Io sono cresciuta in un posto in cui le uova si comprano dal contadino o dal negoziante che ha due galline nel proprio orto, un rapporto diretto e di fiducia che è ovviamente difficilmente riproducibile nelle grandi città.
E ammetto anche che fino a qualche anno fa non sapevo niente dei vari
tipi di allevamento, codici identificativi e allevamenti in gabbia.
Ma per fortuna mi sono avvicinata ad un modo di fare la spesa che va
oltre entrare con un carrello al supermercato e riempirlo di cose senza
sapere nulla. Ovviamente ognuno è libero di compare cosa crede, ma sono
convinta del fatto che se ci si informasse prima, tante scelte non si
farebbero.
Se tutti fossimo veramente a conoscenza sul come certi alimenti arrivano
sulla nostra tavola, ci penseremmo meglio prima di comprare un
prodotto.
Il consumo critico dovrebbe essere alla base dei nostri
acquisti, tutto ciò che noi compriamo fa parte di un immenso processo
produttivo, e sono le nostre scelte quotidiane che possono cambiare
molte cose.
Le uova che noi compriamo al supermercato sono tutte con un codice identificativo e bisogna conoscerne il significato per scegliere in maniera consapevole.
- 3 per le galline allevate in gabbia (o batteria);
- 2 per le galline allevate “a terra”;
- 1 per le galline allevate all’aperto in maniera intensiva;
- 0 per le galline allevate all’aperto in maniera estensiva e con mangime biologico.
Le galline allevate in gabbia sono chiuse in spazi angusti, hanno calcolato oltre 20 galline in un metro quadro (e per ognuna di loro, uno spazio inferiore a quello occupato da un foglio A4). Queste galline condurranno una vita infernale, perché non potranno aprire le ali, razzolare, appollaiarsi e forse neanche vedranno la luce del sole. Accalcate in spazi così stretti, le galline impazziscono e diventano aggressive: si beccano tra loro, si spennano e si cannibalizzano . Si feriscono contro le gabbie, si fratturano le ossa e si ammalano di osteoporosi. Si trasmettono infezioni.
Le galline allevate a terra sono tenute in capannoni con migliaia di altri loro simile, modificando il loro bioritmo attraverso la regolazione della luce e del riscaldamento facendo produrre loro molte più uova di quelle che produrrebbero in natura. Anche per loro lo spazio a testa non è più grande di un foglio A/4, quindi come le sorelle in gabbia, impazziscono, vivono tra i loro escrementi e non hanno mai accesso all’esterno. non credo che ci sia molta differenza tra il vivere in gabbia e il vivere nei capannoni, si parla sempre di condizioni di vita brutali.Le galline allevate all’aperto, hanno a disposizione circa 2,5 metri quadri ciascuno e anche se si cibano di mangimi classici possono razzolare all’aperto.
Le uova biologiche provengono da galline allevate con allevamento estensivo. Questo significa che mangiano mangimi biologici ed hanno a disposizione circa 10 metri quadri ciascuna. Ognuno è libero di non ritenere importante la condizione in cui un animale vive, il mondo inumano in cui è costretto a condurre la sua esistenza, ma il fatto che un animale non sia felice ma anzi nevrotico, che si ammali e conduca una vita bombardato di antibiotici non rende le uova un prodotto non sano?